Storie di Amore e di Case

Una bella storia accaduta qualche anno fa

Era il 1999 una signora entra in ufficio, al momento non ero presente, mi chiama la mia segretaria dicendomi che c’è una tipa che chiedeva di me e che desidera vendere una casa, una sua amica gli ha parlato di me, gli dico di aspettarmi che arrivo, arrivo dopo una decina di min e incontro una sigra di circa 70 anni, perfetta negli abiti e nel trucco, ci presentiamo, la faccio accomodare e mi dice che desidera vendere questa villa troppo grande per lei a pochi km da ud, faccio una chiaccherata per capire meglio e riconosco essere una villa interessante tantè che gli chiedo di poterla andare a vedere, lei mi risponde che mi darà l’incarico di vendita al prezzo di mercato a un patto.

Quando un cliente mi parla di patti radrizzo le orecchie perché c’è sempre qualcosa di strano dietro: mi dice che un paio d’anni prima è morto suo marito dopo 40 anni assieme e gran parte fatti in quella casa, aggiunge che ogni giorno è sconsolata, non ha figli, e il suo pensiero è fisso per il marito che non c’è più, naturalmente all’epoca io avevo 30 anni e cerco di rassicurarla sul fatto che la vita è cambiamento, che non ci pùo fermare etc, lei mi risponde che proprio perché vuole cambiare vuole vendere la casa a un patto, ecco che torna fuori il patto, mi dice: tu potrai fare vedere la villa come quando vuoi ma non voglio che le persone entrino nella camera mia e di mio marito, quella è una zona nostra e io lo sento ancora vivo.

Faccio un rapido ragionamento e mi dico: vabbè farai vedere il 90% della casa e per la camera dirai che questioni di privacy la camera non puoi farla vedere.

Accetto, stabiliamo il prezzo erano ancora le lire, e inizio a fare le visite con i clienti, porto 1-2-10 clienti ma ancora nulla, mi chiedo cosa c’è che non và? Ho forse sbagliato valutazione? Il fatto di non vedere la camera pregiudica così tanto? Mi faccio carico di dire alla proprietaria alla prossima occasione che la camera dobbiamo farla vedere, uno che spende 450.000.000 di lire ha diritto a vedere tutta la casa, porto l’ennesima coppia di clienti e dopo mi trattengo con la signora la quale mi dice senza che io ancora non avessi aperto bocca: non sono arrivati quelli giusti, non preoccuparti per la camera non è quella che non fa vendere la casa.

Praticamente cado dal pero e non ho il coraggio di dire altro, me ne torno in ufficio con una sorta di frustrazione/impotenza.

Passa qualche giorno e vedo sulla mia agenda di nuovo un altro appuntamento in questa villa, dico tra me e me: non ho proprio voglia di andarci tuttavia il lavoro prima di tutto.

Arrivo puntuale con clienti, una coppia sulla 40ina, entro (la proprietaria sempre presentes eduta sul divano che fumava) giro con i clienti all’interno della villa e sento la voce della proprietaria: accompagna i sigri nella nostra (sua e di suo marito defunto) camera, mi viene il sospetto che la sigra abbia capito quanto era importante far vedere la camera.

Finita la visita la proprietaria mi ferma dicendomi che voleva parlarmi, l’ascolto, sai... mi dice di tutti i clienti che hai portato ho visto la luce negli occhi solo a questa coppia, loro sono le persone giuste per passare il testimone di questo grande amore vissuto in questa casa.

Io esco e penso: questa è matta, vede luci negli occhi e mi parla di amore come di un ponte che continua nelle persone nelle case.

Rientro in ufficio e il pomeriggio ricevo una chiamata dall ultima coppia accompagnata la quale mi dice che volevano venire in ufficio a fare un’offerta, così è andata, la comprarono.

E’ stato questo uno dei tasselli che ha sedimentato in me la convinzione che le case respirano le persone, e questa energia passa a chi prenderà il testimone di questa o quella casa.

Una magia.